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Lettera aperta del sindaco di Pescia Oreste Giurlani ai vertici sanitari regionali e nazionali

 

La sanità toscana funziona, ma va salvaguardata nel prossimo futuro, anche a Pescia, partendo dal personale

A seguito di tante visite, ascoltando tanti pazienti, molti operatori sanitari e anche, recentemente, alcuni sindacalisti, credo di avere gli elementi per fare una valutazione compiuta dello stato attuale della sanità a Pescia, anche in relazione alle competenze nazionali e regionali del settore.
Partendo dai servizi devo dire che, anche per esperienza diretta in queste settimane a causa del mio infortunio, quelli erogati all'ospedale di Pescia sono sicuramente validi, le cure appropriate, la qualità di medici e infermieri elevata, il loro impegno encomiabile, la loro passione per il lavoro evidente.
I recenti sviluppi di reparti e prestazioni danno sicuramente l'idea della volontà regionale di ampliare la gamma dei servizi sanitari all'ospedale di Pescia e, in generale, l'assistenza alle persone sul territorio.
Dunque un quadro idilliaco? Certamente no. All'ospedale di Pescia c'è il grosso problema del parcheggio che l'amministrazione comunale sta cercando di risolvere, dopo le leggerezze del passato che ne hanno fatto il più costoso in Toscana e senza quelle agevolazioni che certe categorie come i malati oncologici, i dializzati, ma anche i donatori di sangue, avrebbero diritto ad avere.
Oltre a questo ogni giorno leggiamo delle difficoltà in generale per le liste d'attesa, per certe situazioni che, a livello organizzativo, potrebbero essere migliori, ma non è questo il motivo che mi ha portato a fare questo appello a tutti quelli che si occupano, a vari livelli, della sanità.
Come tanti operatori mi hanno suggerito, credo che anche a Pescia potrebbe essere seguito l'esempio che in altre realtà, essenzialmente fiorentine, stanno sperimentando, ovvero l'uso h24 delle strumentazioni per gli esami, che snellirebbe molto le liste d'attesa. Una novità importante che, unita ad alcuni miglioramenti nell'organizzazione del lavoro, potrebbe ulteriormente migliorare l'offerta sanitaria del nostro nosocomio.
Il problema maggiore e la preoccupazione più grande è però legata alla dotazione del personale, minata dal blocco del turnover e dalla minaccia di un esodo legato all'uscita dal lavoro in massa di persone per effetto della quota 100 pensionistica.
Siccome sappiamo bene che certe operazioni sul personale hanno effetto nel medio periodo, bisogna pensarci ora perché fra qualche anno non ci siano problemi, anche per mantenere fede a quel patto territoriale del 2013, che garantisce l'eccellenza e la qualità di un diritto inalienabile di ogni persona, ovvero essere curato nel migliore dei modi possibili.


Oreste Giurlani, sindaco di Pescia

 

 
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