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GIPSOTECA LIBERO ANDREOTTI

 
Alla morte di Andreotti avvenuta improvvisamente il 19 aprile 1933 oltre duecento modelli in gesso rimangono alle Pagliere Reali annesse all’Istituto d’Arte di Firenze. Questo materiale viene trasferito alla fine degli anni Cinquanta in Lungarno Cellini, nell’abitazione della sua famiglia.
La riscoperta dell’importanza di Libero Andreotti risale al 1976, quando viene allestita a Pescia presso Villa Sismondi una importante retrospettiva curata da Raffaele Monti. Proprio in questa occasione venne ripresa la proposta, caldeggiata anche da Carlo L. Ragghianti, di istituire la sede della Gipsoteca ancora a Firenze, dopo naturalmente un adeguato restauro dei gessi danneggiati dall’alluvione del 1966. L’amministrazione comunale fece propria questa iniziativa, a seguito della quale i figli di Andreotti, Lupo e Aldo, donarono nel 1978 l’intero fondo del loro padre alla città natale, con la condizione che per questo patrimonio artistico fosse trovata subito una sede prestigiosa, il medioevale Palazzo del Podestà, detto anche Palagio, appena reso agibile dopo un annoso restauro. In questa sede la Gipsoteca fu inaugurata nel 1992, grazie all’impegno di Ornella Casazza della Soprintendenza fiorentina, alla quale si deve anche il catalogo delle opere, seguendo per il suo allestimento un criterio tematico-cronologico, secondo un progetto curato da Raffaella Melucci e Stefano Nardini. La gipsoteca raccoglie circa 250 pezzi fra bozzetti, calchi, modelli formati in gesso e frammenti. Insieme ai gessi fu donato anche l’archivio personale dello scultore collocato al secondo piano che contiene circa 5600 unità documentarie, arricchito nel 2003, nel 2014 e nel 2021 grazie a ulteriori lasciti voluti dalla famiglia. Nel 2004 è stato pubblicato il relativo catalogo con CD allegato dell’archivio composto di lettere, documenti, fotografie, disegni, ritagli di giornali etc. L’archivio rappresenta uno strumento fondamentale non soltanto per la ricostruzione dell’opera di Andreotti, ma anche per contribuire agli studi sulla vita artistica e culturale, a livello nazionale e internazionale, dei primi tre decenni del Novecento.
 
PLASTER CAST GALLERY

When Andreotti suddenly died on the 19 th of April 1933 over 200 plaster cast models remained in the Pagliere Reali of the Arts Institute of Florence. At the end of the fifties all of them were taken to his family’s house in Lungarno Cellini. Andreotti was rediscovered in 1976 when Raffaele Monti arranged an important retrospective at Villa Sismondi, in Pescia. On this very occasion the idea, supported by Carlo L. Ragghianti himself, of moving the Gipsoteca from Florence to Pescia became real, the operation started after the restoration of the plaster cast that had been damaged by the 1966 flood. The public administration embraced this initiative following which in 1978 Andreotti’s sons, Lupo and Aldo, donated their father’s whole artistic heritage on one condition: it had to be displayed in the prestigious medieval Palazzo del Podestà, known as Palagio, the accessibility of which had been recently obtained after long-standing restoration.
The plaster cast gallery (Gipsoteca) was thus opened in 1992 thanks to the commitment of Florence Superintendency in the person of Ornella Casazza, thanks to whom all the works were catalogued following thematic - chronological criteria, the project was led by Raffaella Melucci and Stefano Nardini. The collection gathers approximately 250 pieces such as sketches, casts, plaster models and fragments. Together with the plaster casts even the sculptor’s personal archive was donated, it was set on the building’s second floor that nowadays includes 5600 documentary units, the collection was further enlarged (in 2003, 2014 and 2021) owing to the artist’s family additional legacy. The catalogue related to these works was published in 2004 together with a cd including letters, documents, pictures, drawings, newspaper clippings etc. The archive represents an essential tool to reconstruct Andreotti’s art, but also to support the studies concerning artistic and cultural life, both at national and international level, of the first three decades of the Twentieth Century.

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