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Valleriana: La Svizzera pesciatina e "Le Castella"

Tempo consigliato per la visita: almeno una giornata
 
Itinerario: San Lorenzo a Cerreto, Pietrabuona, Medicina, Fibbialla, Aramo, San Quirico, Castelvecchio, Stiappa, Pontito, Sorana, Vellano.

 
 
Pietrabuona
Pietrabuona

Le Dieci Castella

A nord del Comune di Pescia si trova il territorio dell'alta valle del fiume omonimo, chiamata da sempre Valleriana. Rinominata dal ginevrino Sismondi , giunto esule a Pescia alla fine del secolo XVIII, "Svizzera Pesciatina", è senza dubbio una delle zone più belle della Valdinievole. Per raggiungere questa regione bisogna prendere la via Mammianese nord, direzione Pietrabuona-Abetone. . Superata una zona abbastanza pianeggiante, è possibile vedere alla propria destra al di là del fiume, la chiesa romanica di S. Lorenzo a Cerreto. Più avanti dopo circa 2 km ci dà il benvenuto la porta naturale della "Svizzera Pesciatina", il paese di Pietrabuona. Situato su un poggio in posizione strategica, nel medioevo il paese è stato luogo di sanguinose battaglie fra fiorentini e pisani. Nella parte bassa è visitabile il Centro di documentazione della carta e a seguire l'antica cartiera "Le Carte" sede del museo della carta, che raccoglie le testimonianze di una secolare e prestigiosa attività. La chiesa è dedicata ai santi Matteo e Colombano e conserva al suo interno due statue lignee molto antiche che rappresentano S. Matteo e S. Michele. Nella zona retrostante alla moderna architettura è ubicata l'antica chiesa all'interno del castello.

 
Medicina
Medicina

Immettendosi nella strada della Val di Torbola e deviando poi sulla sinistra si raggiunge il paese di Medicina. Il castello è noto per l'antica chiesa dedicata ai S.S. Sisto e Martino. Costruita nel XV secolo corona l'alta collina boscosa sulla cui sommità si distende l'abitato sul quale svetta il campanile della chiesa, che si suppone fosse un'antica torre di guardia. Ritornando sulla strada della Val di Torbola si raggiunge poi il paese di Fibbialla di Valleriana. L'entrata è segnata dalla rettoria di S. Michele, attorno alla quale si articola l'abitato. All'interno sono custodite alcune tele sei-settecentesche di un certo interesse ed una scultura quattrocentesca raffigurante la Vergine Annunziata.
Dopo Fibbialla troviamo il castello di Aramo. Sorge su di un picco a strapiombo sulla sottostante val di Torbola; il paese è stato teatro più volte di aspre contese intorno al '400, saccheggiato e in gran parte distrutto. Al culmine dell'abitato sorge la chiesa di S. Frediano.

 
 
scorcio di Fibbialla
scorcio di Fibbialla
scorcio di Aramo
scorcio di Aramo
 
 

Riprendendo l'itinerario ben presto si arriva a S. Quirico. Si tratta di uno dei più bei castelli della Valleriana. Collocato sul versante orientale del Monte Battifolle, è un paese che offre la vista di tutte le valli.

 
 
scorcio di San Quirico
scorcio di San Quirico

Nel centro troviamo suggestivi vicoli che si incrociano e passano ora sotto le abitazioni attraverso piccoli tunnel, ora presso incantevoli pergole o tettoie. Nella parte più alta del paese si trova una bella piazza arredata da una fontana in pietra con una vasca quadrangolare. In posizione più bassa si trova la chiesa dedicata ai SS. Quirico e Giuditta. Di notevole interesse è il "Museo della Civiltà Contadina", realizzato all'interno della Casa Vacanze "Il Frantoio" e visitabile su prenotazione. 

Scendendo da S. Quirico : dopo pochi chilometri si scorge l'opera d'arte più nota di questo territorio: la pieve dei S.S. Tommaso e Ansano di Valeriana, dichiarato monumento nazionale nel 1875. Un mistero avvolge questa Pieve che sembra testimoniare con la sua solennità architettonica il perdurare della storia antica. Documentata sin dal IX secolo, purtroppo non conserva che pochi reperti dell'antichissima struttura. Ricostruita più volte possiede oggi una forma stilistica piacevole che ricorda l'architettura religiosa lombarda del XII secolo. Nel centro del paese di Castelvecchio si trova l'Oratorio del SS. Rosario, interamente decorato da Storie della Vergine e di Cristo, si tratta di un buon fresco fiorentino di ignoto, databile intorno al XVI sec.; raggiungibile da una piccola mulattiera è posto sotto la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, dove attualmente viene officiata la Santa Messa e al cui interno, strutturato con tre piccole navate, è da segnalare l'altare in stucco policromo dove è ubicato il tabernacolo in legno finemente decorato a foglia oro. Dietro l'altare vi è una pala d'altare, di provenienza dalla Pieve, raffiguranti i Santi  Giovanni e Tommaso ai piedi della Madonna con Bambino sul trono datato intorno al XVI sec.. Sul lato destro il crocifisso ligneo con Cristo Sofferente del XVII sec. e il fonte battesimale scolpito in pietra serena. Il Borgo, di origine medievale mantiene della sua primitiva struttura fatta di suggestive vie castellane che si inerpicano sino alla Chiesa di S. Ansano.

 
 
Pieve romanica di Castelvecchio
Pieve romanica di Castelvecchio
Stiappa
Stiappa
 
 

Ritornando sulla strada maestra si prosegue per il paese di Stiappa. Ubicato sulle pendici del monte Battifolle, a 627 metri di altezza, l'antico paese ha segnato per secoli il confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Lucca. La chiesa di S. Maria Assunta sorge in posizione elevata. L'architettura ecclesiastica denuncia un forte richiamo all'arte romanica. Da Stiappa si scende fino al Mulino del Fontanone, per un percorso di trekking chiamato la "Via del mulini".

Pontito
Pontito

L'itinerario prosegue fino a Pontito un luogo davvero magico. Il castello (a 749 metri sul livello del mare) noto sin dal IX secolo come possesso dei vescovi di Lucca, sorge presso la sorgente del fiume Pescia. Il borgo ha conservato integro l'impianto fortificato; all'interno l'abitato si articola secondo un particolare andamento piramidale al cui vertice si erge la Chiesa dei SS. Andrea e Lucia, robusta costruzione in pietra di origine romanica. Una passeggiata all'interno di questo paese, la cui forma ricorda un ventaglio rovesciato, adagiato sulla morbida natura incontaminata, svelerà all'occhio del più attento visitatore segni artistici di notevole livello che un tempo esprimevano la dignità del luogo.

 
scorcio di Sorana
scorcio di Sorana


Ritornando indietro verso sulla strada maestra si può raggiungere il paese di Sorana attraversando il fiume. L'antico borgo, adagiato sulle pendici del Monte Petritulo, prende il nome dalla rocca, della quale rimangono oggi soltanto alcuni resti e che un tempo era detta "sovrana" per la sua posizione a dominio della vallata. La particolare pianta ellittica del borgo culmina nella piazza dove è situata la Chiesa dedicata ai Santi Pietro e Paolo.
Celebre per la produzione del Fagiolo di Sorana Igp (vedi link sotto) un particolare tipo di fagiolo dal gusto delicato. Sorana è oggi meta di buongustai a caccia di prelibatezze. Nel mese di agosto, la famosa e tradizionale "Festa del Fagiolo".
Riprendendo la strada principale che riconduce alla via Mammianese, si possono vedere alcuni stabilimenti per la lavorazione della carta che un tempo furono veramente la gloria dell'imprenditoria locale. La cartiera più famosa è quella Magnani. L'azienda, che vanta antichissime origini, fino a pochi anni fa produceva carta pregiata, lavorata a mano per edizioni di alto pregio e carta moneta per la zecca italiana. . Ripresa quindi la via Mammianese, dopo una serie di tornanti appare unica nella sua severità urbanistica.

 
 
 
Vellano
Vellano

Vellano Capoluogo riconosciuto della Svizzera Pesciatina e un tempo rinomata località di villeggiatura, il paese - antico Avellanum - sorge in posizione panoramica sulla valle del fiume Pescia. Noto per la sua Pieve già dal X secolo fu un tempo feudo della famiglia Garzoni, nel 1336 Coluccio Salutati redasse quegli statuti che per lungo tempo ne sancirono le caratteristiche amministrative.
Nella parte sottostante al castello, fuori dalle mura, si trova la pieve dei SS. Sisto e Martino, che un tempo era annessa ad una antichissima abbazia benedettina.
A Vellano è rimasta l'unica cava di Pietra Serena in funzione nella provincia di Pistoia.
Oggi nella "Cava Nardini" si continua ad estrarre da oltre 100 anni il prezioso materiale ed a produrre ogni tipo di manufatto, secondo le lavorazioni tradizionali: dal semplice materiale da costruzione, ai manufatti da arredamento e perfino alle sculture, da considerarsi vere e proprie opere d'arte.
Si consiglia una visita al "Museo Storico Etnografico del Minatore e del Cavatore" che espone arnesi da lavoro ed una ricca collezione di minerali.

 
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